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04/11/2002 | MOZIONE PARTICOLARE: "STATI UNITI D’EUROPA E D’AMERICA, SUBITO!" presentata da Michele De Lucia, Maurizio Turco, Ottavio Marzocchi, Tommaso Colombini

SULLA RIFORMA DELLE ISTITUZIONI

Il 38° Congresso del PRT, riunito a Tirana dal 31 ottobre 2002

Visto che le istituzioni dell’Unione Europea presentano, a partire da un’applicazione approssimata, parziale e contraddittoria del principio della divisione dei poteri, caratteristiche gravemente illiberali e antidemocratiche, strutturalmente e funzionalmente incapaci di assicurare ai cittadini europei l’esercizio dei diritti civili e politici, tra cui i fondamentali poteri di decisione e di controllo;

rileva come ciò sia preclusivo della stessa esistenza di una vita civile e politica europea autenticamente democratica, determinando nel migliore dei casi l’avversione, e nel peggiore il disinteresse dei cittadini europei nei confronti dell’Unione;

rileva che l’esercizio dei diritti civili e politici in un contesto di federalismo competitivo può realizzarsi solo a partire dall’esistenza di un sistema basato, da una parte sull’effettiva capacità dei cittadini di determinare l’agenda politica europea attraverso il Parlamento, e dall’altra su un
Presidente che, in virtù di un’investitura forte in quanto democratica, sia in grado di amministrare con efficacia la “res publica” europea e possa essere chiamato a risponderne di fronte agli elettori;

afferma che è indispensabile una grande riforma delle istituzioni europee secondo il modello americano, per gli Stati Uniti d’Europa e d’America incardinata sul bilanciamento di poteri tra un Presidente della Commissione europea eletto direttamente dai cittadini e non scelto dalle burocrazie partitocratiche e tecnocratiche nazionali, ed un Parlamento europeo finalmente dotato di effettivi poteri di indirizzo e di controllo.

LIBERTÀ, GIUSTIZIA E SICUREZZA

Il 38° Congresso del PRT, riunito a Tirana dal 31 ottobre 2002

Visto che l’Unione sta sviluppando uno ”spazio di libertà, giustizia e sicurezza” che ricomprende l’armonizzazione del diritto penale, delle politiche di immigrazione ed asilo, la cooperazione di polizia e giudiziaria, la creazione di organismi quali Europol, Eurojust, Task Force dei Capi di Polizia, ovvero politiche che toccano direttamente e drammaticamente le libertà e i diritti fondamentali dei cittadini;

rileva con preoccupazione che le misure comunitarie prese fino ad ora in tale settore, ed in particolare dopo l’11 settembre – quali in particolare la convenzione sull’assistenza giudiziaria, la definizione di terrorismo, il mandato di cattura europeo, la decisione quadro su traffico di droga, le norme sulla conservazione dei dati relativi alle comunicazioni elettroniche e quelle sull’immigrazione – sono di stampo repressivo e creano gravi conseguenze per i diritti e le libertà dei cittadini, oltre a sfuggire ai poteri legislativi e di controllo dei parlamenti nazionali e del PE, nonché al controllo giurisdizionale delle Corti;

rileva che nessuna misura è stata presa a livello dell’Unione per garantire in modo più efficace la libertà ed i diritti dei cittadini, ed al contrario la strada che si sta percorrendo è quella di sacrificare la democrazia, lo Stato di diritto, la libertà ed i diritti dei cittadini alla lotta al terrorismo;

afferma che è necessario ed urgente garantire e sviluppare i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini, il controllo democratico ed il potere legislativo dei parlamenti nazionali e del parlamento europeo nei processi decisionali dell’Unione, l’introduzione dello strumento referendario a livello europeo;

ritiene che le politiche proibizioniste in tema di droga, sesso e sessualità, scienza, alcool, eutanasia, prostituzione ed immigrazione, con i suoi corollari di repressione ed oppressione, assumono i caratteri di vere e proprie violazioni, se non crimini, contro la libertà individuale, e si oppone al rischio di deriva proibizionista a livello nazionale e comunitario.

SULLA POLITICA AGRICOLA COMUNE

Il 38° Congresso del PRT, riunito a Tirana dal 31 ottobre 2002

Denuncia l’irrazionalità di una politica agricola comunitaria, che impegnando metà del bilancio per sovvenzionare molte produzioni agricole europee e tassando pesantemente le importazioni di molti prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo, inchioda milioni di agricoltori comunitari ad una dipendenza perversa da forme illiberali di aiuti, penalizzando in definitiva le loro capacità imprenditoriali e ipotecando seriamente il sano sviluppo delle loro attività;

rileva che per ogni posto di lavoro garantito nella Comunità europea a mezzo delle politiche protezionistiche nel settore agricolo, si cancellano 35 possibili posti di lavoro nei paesi in via di sviluppo e che le tassazioni europee alle importazioni causano ai paesi in via di sviluppo danni economici pari a sette volte tutti i finanziamenti allo sviluppo erogati sotto molteplici forme da parte della comunità europea;

considera tale politica profondamente iniqua e ipocrita perché, mentre si richiede formalmente al WTO di imporre ai paesi in via di sviluppo di aprire le loro frontiere alle importazioni comunitarie, si rende, di fatto, più difficile il loro sviluppo economico impedendo l’accesso al mercato europeo.

SUI CONFINI DELL’UNIONE, NO A UNA ENCLAVE BALCANICA

Il 38° Congresso del PRT, riunito a Tirana dal 31 ottobre 2002

Visto che dal 2004 l’Unione sarà allargata a Cipro, alla Repubblica Ceca, all’Estonia, allàUngheria, alla Lettonia, alla Lituania, a Malta, alla Polonia, alla Repubblica Slovacca e alla Slovenia e, dal 2007, alla Bulgaria e alla Romania;

rileva che, dalla configurazione geografica dell’Unione allargata, Albania, Bosnia, Croazia, Macedonia e Serbia e Montenegro vengono a costituire una vera e propria enclave balcanica condannata al sottosviluppo con grave pericolo per la stabilità, la democrazia e la democratizzazione dell’intera area;

afferma che è indispensabile procedere con la massima urgenza e in tempi politici al processo di adesione dei paesi balcanici e, a questo fine, auspica tra l’altro la costituzione di un’associazione interparlamentare tra le delegazioni dei paesi balcanici per un’iniziativa politica comune.

Visto che nella sessione del Parlamento Europeo del 18/19 novembre prossimi cui sono stati invitati tutti i paesi di prossima adesione, nonché la Turchia con cui sono in corso i negoziati di adesione;

Visto che ai rappresentanti della Turchia a differenza dei rappresentanti degli altri paesi non sarà consentito intervenire;

invita il Presidente del Parlamento europeo ad ascoltare l’appello lanciato dai deputati radicali a rivedere questa scelta incomprensibile e controproducente.

ISRAELE NELL'UNIONE EUROPEA

Il 38° Congresso del PRT, riunito a Tirana dal 31 ottobre 2002

Considera che una perenne condizione di guerra o di gravissime minacce per l'esistenza stessa dei suoi abitanti feriscono ormai da mezzo secolo e ipotecano costantemente lo Stato e la società israeliani, con i loro connotati civili e democratici;

considera che lo Stato di Israele, fondato su principi e scelte costituzionali di democrazia politica e di Stato di diritto che, per l'essenziale, nelle condizioni date (malgrado vicende e limiti drammatici, malgrado gravissime difficoltà obiettive, inevitabili errori) vivono tuttora con forza e coincidono in massima parte con i principi e gli obiettivi dei Trattati, delle Dichiarazioni, Convenzioni, Carte dei diritti, proprie alle democrazie politiche ed al sistema delle Nazioni Unite, fondate sulla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo;

afferma che se i confini giuridici, costituzionali, politici e territoriali dello stato di Israele e dell’Unione Europea giungessero a costituire e rappresentare una prospettiva vicina, certa, garantita, diverrebbe possibile, ragionevole, quindi necessario, offrire alla realizzazione di una pace, forte, duratura e feconda, concessioni e rinunce altrimenti problematiche, oggettivamente pericolose, infeconde, fonte probabile di altre tragedie per tutti i popoli, gli Stati, gli individui interessati invece al trionfo di questa pace;

rivolge un formale e pressante appello alla Commissione e al Consiglio, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, a proporre, perorare e raggiungere l'obiettivo anzidetto.

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