(www.radicalparty.org) DOCUMENTS ON: DRUGS / DOC.TYPE: LETTERS
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06/03/2004 | IL RAPPORTO ANNUALE DELL'INCB NON AFFRONT L'INEFFICACIA DEL SISTEMA INTERNAZIONALE DI CONTROLLO DELLE DROGHE

Il 2 marzo 2004, l'International Narcotic Control Board ha pubblicato il suo rapporto annuale che esamina il modo in cui i Paesi che hanno ratificato le Convenzioni ONU sulle droghe operano per realizzare le disposizioni contenute nei documenti internazionali.

Ciò che segue è una lettura del contenuto generale del documento dell'INCB, redatto dalla Lega Internazionale Antiproibizionista (LIA) sulla base delle anticipazioni pubblicate dall'INCB.

Il Rapporto si concentra su criminalità, riduzione del danno, cyber-traffico, pain killers, controllo chimico e situazioni regionali. L'INCB riconosce che il rapporto fra violenza e abuso di sostanze illecite è "complesso" e che quindi deve essere esaminato prendendo in considerazione una vasta gamma di fattori. Il Rapporto considera che esiste un collegamento dimostrabile tra violenza e crimine in quanto alcuni tossicomani ricorrono alla violenza per finanziare le loro abitudini o effettivamente come conseguenza dell'effetto psico-farmacologico di alcune droghe illecite. Tuttavia, basandosi su esperimenti di laboratorio, l'INCB rileva che è molto difficile e fuorviante suggerire un collegamento causale diretto fra violenza e uso di sostanze illecite. Questo collegamento deve essere esaminato con riferimento a fattori culturali e sociali che influenzano il comportamento dell'individuo.

Fra le raccomandazioni dell'INCB vi sono politiche di riduzione della domanda di droga, con particolare attenzione alla prevenzione dell'abuso di droga congiunto a una gamma di misure sociali, economiche e legislative che includono: creazione di un ambiente locale non favorevole alla vendita e traffico di droga, sostegno agli sforzi locali all'occupazione e alla generazione di reddito lecito, programmi educativi mirati a gruppi socialmente emarginati, interventi integrati e mirati con i gruppi a rischio.

L'INCB riserva particolare attenzione alle politiche di riduzione del “rischio” invitando i Governi che intendono includere misure di "riduzione del danno" nelle loro strategie di riduzione della domanda ad "analizzare con attenzione l'effetto generale di tali misure”, poiché queste “possono a volte essere positivi per un individuo o per una comunità locale, ma al tempo stesso avere ampie conseguenze negative a livello nazionale e internazionale". In reazione alle misure specifiche di riduzione del danno, quali la creazione e la gestione di "shooting rooms", l'INCB precisa che "tali strutture restano una fonte di grave preoccupazione " e sostiene che esse “violano le disposizioni delle convenzioni internazionali sul controllo delle droghe."

Durante gli anni '90, numerosi Paesi hanno attuato differenti politiche per ridurre i danni provocati dalle droghe, che in fondo sono il prodotto finale della proibizione. Nonostante i successi ottenuti dai progetti e dai programmi effettuati con supporto pubblico in Paesi come Canada, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera e Regno Unito, l'Onu non ha mai riconosciuto il progresso ed i successi di tutte quelle misure alternative che hanno provato a curare gli utilizzatori di droghe come pazienti e non come criminali, creando un ambiente che, lontano dalla promozione dell'uso dei narcotici, fornisce loro posti sicuri dove occuparsi delle loro abitudini.

Dopo circa 15 anni, l'INCB continua a censurare programmi che hanno dimostrato di essere efficaci nel salvare vite umane e nel presentare il consumo delle droghe non come un'attività umana da criminalizzare ma piuttosto come un problema di salute che deve essere trattato da medici e operatori del sociale e non dalle forze dell'ordine. Anche se il ruolo dell'ICNB è quello di controllare l'applicazione delle convenzioni, è sorprendente che un gruppo di esperti e studiosi di fama internazionale non si sia mai posto il problema di suggerire una valutazione dei risultati fallimentari del “controllo delle droghe” per come viene praticato oggi. Il Board, una volta confrontato con i programmi che, sebbene in contraddizione con lo spirito e la lettera delle Convenzioni salvano vite umane e aiutano individui con problemi e le loro famiglie e le loro comunità a vivere un'esistenza meno degradata, dovrebbe assumersi la responsabilità di suggerire una revisione dell'impianto generale proibizionista.

Virtualmente nessuna attenzione viene prestata al collegamento fra gli utilizzatori di droghe endovenose e AIDS. L'epidemia dell'AIDS, che si presenta sullo sfondo di una gamma di altre crisi e trasformazioni, molte delle quali basate su ineguaglianze sociali e strutturali che complicano l'epidemia, dovrebbe meritare più attenzione dall'ente incaricato di controllare l'esecuzione delle Convenzioni.

Il rapporto attira anche l'attenzione sulla continua crescita del cyber-traffico di prodotti farmaceutici contenenti sostanze sottoposte a controllo internazionale. Le farmacie sulla rete internet, che possono operare a partire da qualsiasi parte del mondo sono un fattore determinante nella crescita della diffusione di prodotti farmaceutici contenenti sostanze narcotiche e psicoterapiche. Le farmacie che operano via internet illegalmente non richiedono prescrizioni mediche o si limitano ad offrire consulenze on-line o telefoniche.

Definendo "irregolare" o "lassista" l'applicazione delle leggi che governano internet, l'INCB chiede ai governi di adottare posizioni più appropriate. Secondo il Board, a sostegno delle azioni legali, i governi dovrebbero stabilire che il rifornimento di sostanze per il traffico illegale e la diversione di prodotti farmaceutici che contengono sostanze narcotiche e psicotrope via internet rappresentano un crimine. L'INCB arriva a stigmatizzare la "percezione che si sta pericolosamente diffondendo" che "l'uso e l'abuso di prodotti farmaceutici non è pericoloso quanto l'abuso di sostanze stupefacenti illecite".

Inoltre, l'INCB esprime preoccupazione rispetto a un sistema giudiziario che in molti paesi non considera con sufficiente severità la distribuzione e il traffico di sostanze controllate. Lungi dallo studiare l'impatto reale dell'attuale regime proibizionista, l'INCB richiede un indurimento nell'applicazione della legge, chiedendo che procuratori, giudici e polizia si impegnino maggiormente nella lotta contro medicinali illeciti e leciti.

Attenzione particolare è data alle droghe sintetiche e il Board si appella alla comunità internazionale affinché lanci una nuova guerra contro queste. Di fatto l'INCB chiede a tutti i governi coinvolti di unire le loro forze nella lotta contro l'abuso di stimolanti anfetaminici (ATS) attraverso il Progetto Prisma (un'operazione a scala mondiale per prevenire la diversione dei precursori chimici, che i trafficanti utilizzano per la produzione clandestina di ATS).

Operazioni regionali sono state avviate sotto la guida del Progetto Prisma nel Gennaio 2003. Queste attività hanno rafforzato i programmi già esistenti, avviati dall'INCB circa 10 anni fa, per prevenire la diversione di "precursori" metafetaminici dal commercio legale internazionale. Il Progetto Prisma segue il lancio dell'Operazione Viola nel 2001 e l'Operazione Topazio nel 2002, che si concentravano sul controllo di precursori chimici per la cocaina e l'eroina.

Come una bacchetta magica, il Progetto Prisma pare fornire ai governi la capacità di affrontare il problema dell'ATS attraverso un doppio approccio: prevenire la produzione illecita di sostanze impedendo ai trafficanti di ottenere i prodotti chimici a loro necessari e identificando e smantellando i laboratori dove questa produzione avviene già, utilizzando una serie di tecniche investigative come il controllo delle forniture. Suona forse promettente, ma la ricetta è sempre la stessa, ed è facile scommettere sul risultato finale...

Tra gli scopi dell'INCB vi è anche quello di monitorare e garantire che vi sia un adeguato rifornimento di sostanze stupefacenti per un uso medico lecito. Senza prendere atto della contraddizione con quanto detto altrove, l'INCB avverte che la disponibilità e il consumo di alcune sostanze essenziali, in particolari oppiacee usati come antidolorifici, comprese cure palliative, resta estremamente basso in gran parte dei paesi del mondo. L'INCB individua tre cause: 1) regolamenti inutilmente rigidi che ostacolano un adeguato accesso della popolazione a certi tipi di droga in certi paesi; 2) la percezione negativa di droghe controllate da parte di medici a pazienti in molti paesi ne ha limitato l'uso razionale; 3) la mancanza di mezzi economici e risorse insufficienti per la salute hanno provocato inadeguati trattamenti medici, compreso l'uso di narcotici.

L'INCB nota che la produzione globale corrente è abbastanza ampia da fare fronte ad un aumento significativo della domanda di narcotici da parte della popolazione mondiale. L'INCB consiglia ai paesi di “produzione”, in collaborazione con l'industria farmaceutica, di esaminare le modalità per produrre narcotici, in particolare oppioidi, usati per il trattamento di dolore, al fine di renderli più facilmente acquistabili da parte dei Paesi con mezzi finanziari limitati e bassi livelli di consumo.

In conclusione l'INCB affronta la situazione mondiale. Il rapporto presta particolare attenzione all'Afganistan, notando come, malgrado l'intervento armato ed il cambiamento politico nel Paese - come pure la lotta contro il terrorismo-, la coltivazione illecita e il traffico in oppiacei è cresciuto. Il Board ritiene che questo possa provocare l'instabilità più politica (sic!). La coltivazione dell'oppio in Afganistan è cresciuta esponenzialmente per tutto il s2003. Come conseguenza di due anni di ottimi raccolti di papavero in Afganistan, si prevede che il traffico di eroina lungo la rotta balcanica e attraverso l'Europa Orientale continui ad aumentare - questo, dice l'INCB, potrebbe anche provocare anche un'inversione delle tendenze decrescenti dell'uso di eroina in Europa occidentale.

L'INCB inoltre riconosce il collegamento fra droghe ed insurrezioni armate, cosa che ha caratterizzato il mondo per un paio di decadi. Infatti, il Rapporto sostiene che le informazioni ottenute da Paesi colpiti da conflitti, in particolare la Repubblica Centro africana, ;a Costa d'Avorio, e la Liberia, indicano che le armi e i rifornimenti utilizzati dai gruppi ribelli e dalle organizzazioni criminali possono parzialmente essere stati ottenuti con i guadagni del traffico illecito di droga.
La situazione è particolarmente torva in America Meridionale, dove l'incremento dell'attenzione sulle minacce politiche del problema della droga ha condotto molti Governi a destinare una porzione sempre crescente delle proprie limitate risorse a ridurre l'offerta illecita di droghe, attraverso l'estirpazione dei raccolti illeciti, l'interdizione al traffico di droga e l'introduzione di misure contro il riciclaggio di denaro sporco. Nessuna valutazione dei costi e dell'efficacia di tali metodi è stata fornita.

In conclusione, ancora una volta, il Board si conferma come cane da guardia che nega di prendere in considerazione gli evidenti fallimenti di quanto viene chiamato a controllare.

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EL INFORME ANUAL DE LA INCB NO DA CUENTA DE LA INEFICIENCIA DEL RÉGIMEN INTERNACIONAL DE CONTROL DE DROGAS
INCB ANNUAL REPORT FAILS TO ADDRESS INEFFECTIVENESS OF INTERNATIONAL DRUG CONTROL REGIME