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01/12/2002 | Intervento di Sihem Bensedrine in occasione della consegna del Premio Palm della libertà di stampa

Shordorf (Germania), 1 dicembre 2002

Onorevole Assemblea,
Signore e signori membri della fondazione Johann-Philipp-Palm,
Cari amici,

Vorrei dirvi innanzitutto che sono molto felice di essere oggi fra voi, provvisoriamente libera di muovermi.

Alcuni dei miei concittadini non godono di questa libertà di spostarsi come me.

Penso a Sadri Khiari, membro fondatore del CNLT, al quale viene impedito di lasciare il territorio per sostenere la sua tesi di dottorato a Parigi.

Penso al giudice Mokhtar Yahyanaoui che non può recarsi a Ginevra su invito dello special rapporteur delle Nazioni Unite sull’indipendenza della Giustizia, anche a lui è vietato uscire dal territorio.

Penso al giovane cyber-dissidente Zouhayer Yahyaoui costretto a pagare una pena di due anni di prigione in condizioni inumane per aver osato criticare il regime di Ben Ali nel suo forum “Tunezine” in Internet.

Penso alle migliaia di tunisini nelle carceri tunisine, privati della libertà a causa delle loro opinioni.

Penso a tutti i miei concittadini in quella grande prigione le cui sbarre sono invisibili che è diventata la Tunisia.

In questa società chiusa, la sfida della comunicazione è la chiave della democratizzazione. Il fatto per la società di dirsi, di rivelarsi attraverso i media è un fattore essenziale della sua liberazione. Le autorità tunisine l’hanno ben capito poiché per loro il crimine è proprio quello di rivelare il crimine e non quello di commetterlo e il più importante crimine che reprimono è sempre il reato d’opinione e quelli a mezzo stampa.

Onorevole Assemblea,
Cari amici,

Questa lotta che Johann-Philipp-Palm ha innescato da due secoli e che ha pagato a costo della sua vita è una lotta sempre attuale.

Ogni epoca, ogni civiltà ha i suoi tribunali d’inquisizione, le sue cacce alle streghe e fa calare un divieto sulla libertà di pensiero e di parola. Perché questa libertà fa paura alle forze conservatrici e porta in sé i germi del progresso umano.

Oggi, la libertà di espressione continua ad essere minacciata nei paesi del Sud i cui popoli aspirano all’emancipazione in quanto cittadini, tutto ciò non è nuovo.

Quel che invece è nuovo è che ciò ugualmente minacciato in Occidente e particolarmente negli Stati Uniti, dove si invoca il patriottismo per attaccarlo.
Il cataclisma dell’11 settembre e quel che è accaduto in seguito non ha finito di produrre conseguenze sulle libertà fondamentali nel mondo. La via scelta dagli Stati Uniti e dai loro alleati per ridurre il terrorismo sviluppa effetti disastrosi e perversi e mette in pericolo, così come gli atti terroristici, i fondamenti della sicurezza collettiva che sono la giustizia e il diritto.

Le chiamate alle crociate e alle guerre sante minacciano il nostro pianeta e coloro che osano andare controcorrente sono perseguitati e fatti prigionieri.

Ecco perché la lotta di Johann-Philipp-Palm è più che mai attuale.

La sua lotta significa che si accetta di essere minoritari e di andare controcorrente per difendere le proprie idee. Significa anche che si accetta di pagarne il prezzo, qualsiasi esso sia.

Onorevole Assemblea,
Cari amici,

Il premio di cui mi onorate oggi mi lusinga e mi riempie. Lo ricevo come un gesto di riconoscimento della lotta di tutti i tunisini per la libertà di pensiero e di espressione e vi prometto de trasmetterlo fedelmente come un messaggio a tutti i miei concittadini.

Vi prometto anche di restare per tutta la vita fedele a questo impegno per la libertà.

Sihem Bensedrine
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Intervention de Mme Sihem Bensedrine à l’occasion de la remise du Prix Palm de la liberté de la presse