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06/12/2007 | IL PARTITO RADICALE NONVIOLENTO TRANSNAZIONALE TRANSPARTITO |
IL PARTITO RADICALE NONVIOLENTO TRANSNAZIONALE TRANSPARTITO Relazione di Maurizio Turco,
Vicepresidente vicario del Senato del PRNTT Consiglio generale del PRNTT - Bruxelles,
7/8 dicembre 2007 1. “Attraverso le frontiere, i partiti, gli Stati nazionali. Un partito per l’Europa del diritto e della nonviolenza”, con questo slogan si aprì il 34º Congresso del Partito radicale del gennaio 1988 che si tenne a Bologna e che deliberò la trasformazione del Partito radicale in soggetto politico transnazionale, strumento di organizzazione politica aperto alla partecipazione di cittadini di ogni paese, appartenenti a diversi partiti che, in quanto tale, non partecipa alle competizioni elettorali. 2. Dal dicembre 1955 sino al gennaio 1988 il Partito radicale è stato un soggetto politico nazionale italiano (pur non essendosi mai definito tale) che ha fatto della nonviolenza la sua arma di lotta, attraverso la quale, anche se assente dal Parlamento, è riuscito ad assicurare al paese le uniche due riforme che l’Italia abbia avuto dal 1945 ad oggi: quella del diritto di famiglia con la legalizzazione del divorzio e quella contro l’aborto clandestino di massa. 3. A questo proposito va anche ricordato che appena vinto il referendum sul divorzio, il Pr promosse il referendum sull’aborto e, a seguire, 8 referendum per abrogare diverse leggi fasciste tra cui il Concordato tra Stato e Chiesa. La Corte costituzionale dichiarò inammissibile il referendum ed elevò il Concordato al rango di Trattato internazionale. Fu così che si bloccò il cammino, popolare e radicale, della Riforma in Italia. 4. Vi sto parlando di un partito, quello radicale, che già vent’anni fa era arrivato alla conclusione che “Nessuno dei grandi problemi della nostra epoca dai quali dipendono il destino dell’umanità, la vita del diritto e il diritto alla vita di ogni persona, può oggi essere affrontato e sperare di essere risolto nella sola dimensione nazionale.”[1] 5. Non v’è dubbio che una delle battaglie più significative, nel cammino che ci ha portato al Partito radicale qual è oggi e che ha connotato irreversibilmente la storia radicale, è stata la “campagna contro lo sterminio per fame nel mondo”, deliberata dal congresso straordinario del 1980[2] e che impegnerà il partito per i successivi cinque anni, ma che aveva già visto Marco Pannella leader di questa lotta sin dal 1979. 6. Un congresso, quello del marzo 1980, che fra l’altro approva quello che è ancora oggi il preambolo al nostro statuto in cui si proclama, tra l’altro, “il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge.”2 7. La campagna contro lo sterminio per fame portò
migliaia di persone di diversi paesi a sostenere e praticare le iniziative
nonviolente radicali. Nel cuore di quella lotta Marco Pannella scrisse quello
che sarebbe diventato il “Manifesto Appello dei Premi Nobel contro lo sterminio
per fame”[3],
un documento di premonitore e di impressionante attualità sottoscritto da oltre
100 Premi Nobel … “se gli inermi andranno
organizzandosi usando le loro poche ma durature armi - quelle della democrazia
politica e le grandi azioni nonviolente "gandhiane’’ prefiggendosi e
imponendo scelte ed obiettivi di volta in volta limitati ed adeguati; se questo
accadesse, sarebbe certo, così come oggi è certamente possibile, che il nostro
tempo non sia quello della catastrofe. (…)se le donne e gli uomini, se le genti
sapranno, se saranno informati, noi non dubitiamo che il futuro potrà essere
diverso da quello che incombe e sembra segnato per tutti e nel mondo intero. Ma
solo in questo caso. Occorre subito scegliere, agire, creare, vivere, fare
vivere.” 8. Dal 1979 al 1988 sono state innumerevoli le iniziative nonviolente. Non vi è stato paese del blocco comunista, dalla Russia alla Polonia, dall’Ungheria alla ex Yugoslavia che non abbia visto manifestazioni nonviolente “per la vita del diritto e il diritto alla vita” di militanti radicali, già allora non solo italiani. 9. Ma già il 24 settembre 1968 nella capitale della Bulgaria, a Sofia, troviamo a manifestare contro l’invasione della Cecoslovacchia il trentottenne Marco Pannella e i giovani dirigenti radicali Marcello Baraghini, Antonio Azzolini e Silvana Leopardi. 10. E, nel 1977, Marco Pannella è a Madrid dove, tra il 20 settembre e il 2 ottobre, attuò uno sciopero della fame e poi anche della sete per la liberazione degli obiettori di coscienza al servizio militare. 11. L’anno dopo, nel 1978, il Congresso[4] elegge segretario del Partito un obiettore di coscienza francese: Jean Fabre e, nell’aprile 1995, il Congresso[5] elegge segretario un “affermatore di coscienza” belga, Olivier Dupuis, che era stato detenuto in un carcere belga per 11 mesi. 12. O, ancora, Marco Pannella e Olivier Dupuis che in divisa militare croata passano la notte del 31 dicembre 1991 nelle trincee di una Osijek sotto assedio. O il 27 gennaio 1993, quando Emma Bonino e Sergio Stanzani si recano a Sarajevo - ed anche quel giorno le bombe uccidono 15 persone - dove, tra l’altro, incontrano il Sindaco della città Muhamed Kresevljiakovic, iscritto al Partito e che, un mese dopo, parteciperà al Congresso radicale. Muhamed Kresevljiakovic contribuirà con la presenza, la parola e l’azione al raggiungimento di oltre 30.000 iscritti al Partito, condizione stabilita dal Congresso per garantire la prosecuzione delle attività. 13. Sono pillole, solo alcune, esempi di una storia, la nostra, che spesso sfugge alla nostra memoria tanto lunga quanto articolata, profonda è la serie di analisi a cui sono seguite iniziative di lotta nonviolenta. Alcune volte coronate da successo e, quando l’obiettivo non è stato raggiunto, annunciatrici di nuove iniziative. 14. Credo che sia non solo necessario ma anche urgente scrivere in tempi brevi una sintesi delle lotte, delle persone che hanno animato e fatto vivere questo partito per conoscerci meglio tra di noi e farci conoscere da chi non ci conosce per quello che siamo e noi siamo fieri di poter dire di essere non quello che vorremmo ma quello che siamo divenuti attraverso il nostro incontrarci, riconoscerci e vivere da radicali. 15. Per dirla con Marco Pannella “Noi speriamo di essere il seme rivoluzionante e rivoluzionario di una consapevolezza nuova e diversa, anche antropologica. E speriamo di trasmetterlo anche come DNA e non solo come conquiste politiche”. 16. Una consapevolezza che, per restare agli ultimi tempi e ricordando solo le iniziative più importanti, si è così concretizzata: - 1° dicembre 2001, giornata mondiale di digiuno e nonviolenza per
le donne nel Governo afghano: 4.985
partecipanti da 101
paesi, di cui 282
deputati, 103
senatori, 127
deputati europei, 17
membri di governo, 209
personalità; 17. Ma non possiamo qui non sottolineare come la campagna per la Moratoria ONU delle esecuzioni capitali è una campagna che l’associazione Nessuno tocchi Caino, soggetto costituente del PRNTT, animata da Maria Teresa Di Lascia, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, ha iniziato tredici anni fa e oggi ci riesce finanche difficile contare ore di digiuni, scioperi della fame e della sete, persone coinvolte che hanno portato al raggiungimento di un primo, importante ma parziale risultato: il 15 novembre la 3° Commissione delle NU ha approvato a maggioranza assoluta la risoluzione a favore della moratoria universale della pena di morte. 18. In queste ore siamo ancora, purtroppo, occupati e preoccupati che questo risultato sia definitivamente acquisito. L’Unione Europea e il Governo italiano non sembrano avere compreso la necessità di prepararsi al voto finale dell’assemblea generale, che si terrà verso il 20 dicembre, con nuove iniziative, con la mobilitazione ufficiale di ambasciatori non solamente italiani e magari portoghesi, ma quelli dei 27 paesi dell’UE, e della commissione europea, convocando alla vigilia del voto come testimoni almeno 100 premi Nobel. Invece, disabituati a questi successi e vittorie, ci si limita quasi a un lavoro di Palazzo per non dire di corridoio. 19. Sempre in queste ore, appena tre giorni fa, il 4 dicembre, Marco
Cappato, deputato europeo e Segretario dell’associazione Luca Coscioni,
soggetto costituente del PRNTT, dopo l'incontro con il Presidente Erdogan, si è
recato in Turchia in vista del Secondo Congresso Mondiale per la libertà di
ricerca scientifica da tenersi a Istanbul. 20. Consentitemi però di fare un breve accenno alla situazione italiana, sia perché è l’insediamento che ha consentito e consente tutt’oggi, nelle mille difficoltà, di far vivere il Partito radicale e sia perché la situazione italiana è davvero un caso da manuale dello scempio di diritto che si può fare in nome della democrazia. 21. Partirò da una citazione recente. Il 14 febbraio scorso il Comitato dei Ministri ha adottato una risoluzione nella quale si può leggere che sin dagli anni ottanta l’Italia è costante condannata dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo a causa dei problemi strutturali in relazione all’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari civili, penali e amministrativi in Italia e che questo, cito testualmente “rappresentano un grave pericolo per il rispetto dello Stato di diritto”. In realtà in Italia lo Stato di diritto è costantemente violato. 22. Per un anno e mezzo la Corte Costituzione italiana ha deliberato senza che vi fosse il previsto quorum costituzionale. L’elezione del giudice mancante è avvenuta grazie alle cosiddette pressioni di Pannella: scioperi della fame e della sete. 23. La Costituzione italiana prevede che i deputati siano 630. Per un anno il Parlamento ha legiferato in mancanza di 13 deputati. Dopo le solite pressioni di Pannella, scioperi della fame e della sete, il Parlamento ha almeno deliberato che per quella legislatura il Parlamento sarebbe stato composto in numero di 617 deputati. 24. Da un anno e mezzo siedono in Senato 8
persone nominate dai magistrati grazie ad una interpretazione della legge in
violazione dell’applicazione della legge scritta. Inutile che vi dica che tra
gli otto senatori eletti ma non convalidati vi sono Marco Pannella e la
Segretaria di Radicali Italiani, soggetto costituente del PRN, Rita Bernardini.
Tutto questo accade nonostante per la
prima volta nella Storia dei radicali italiani si partecipa al Governo del
Paese e per la prima volta vi è un Ministro Radicale, Emma Bonino. 25. Nel corso degli anni i radicali in Italia hanno promosso 89 referendum abrogativi attraverso la raccolta di 50 milioni di firme autenticate e certificate; la Corte costituzionale ne ha bocciati 45 stracciando oltre 27 milioni di firme; sui 44 referendum ammessi per 31 volte ha vinto il “Sì”: in altre parole, nel 70% dei casi gli elettori si sono schierati con i radicali e contro il sistema dei partiti e per il più delle volte con maggioranze del 75%. Ma è poi anche accaduto che, per esempio, i cittadini hanno votato per abolire il finanziamento pubblico ai partiti e il parlamento attraverso la legge sui rimborsi elettorali lo ha di fatto quintuplicato. E’ uno dei tanti casi in cui il Parlamento ha “corretto” il responso popolare, nel triste silenzio delle istituzioni deputate a farlo rispettare. 26. Sono appena state pubblicate le trascrizioni di alcune intercettazioni telefoniche dalle quali emerge che l’ex Segretaria dell’ex Presidente del Consiglio Berlusconi, promossa dallo stesso a dirigente della televisione pubblica, si accordava con i dirigenti delle tre più importanti reti private, di proprietà dello stesso Berlusconi. O che il più importante giornalista televisivo politico concordava con il Segretario di un Ministro il taglio da dare alla trasmissione a cui avrebbe partecipato. 27. In questo quadro i radicali sono scientificamente esclusi dalla partecipazione a dibattiti, sia che vengano fatti sulle reti pubbliche che private; non è un caso che dietro nostre denunce siano state “condannate” in questi anni per ben ventisei volte per la violazione, sempre più perfetta e sleale sicuramente a carico nostro ma principalmente a carico della democrazia e dei cittadini. 28. La nostra
analisi sulla situazione, sul caso italiano è fondata su fatti, non è una
analisi astratta. E dall’analisi dei fatti siamo passati all’azione. Non ci è
bastato e non ci basta affermare, per quanto questo sia vero, cioè oggettivo:
“in Italia siamo in assenza di democrazia e di stato di diritto”. Per esempio,
in occasione delle elezioni anticipate del giugno 1983, il Partito radicale
convoca un congresso straordinario[6]
per deliberare sulla forma di partecipazione. I lavori si chiudono con il
rifiuto di una presentazione automatica ed indiscriminata, come "atto
dovuto". L’indicazione del congresso maturerà nelle settimane successive
nella presentazione di liste del partito solo al fine di assicurarsi i pur
minimi spazi televisivi destinati ad un’aperta propaganda per lo sciopero del
voto, contro la partitocrazia. Da
allora, a seguito di azioni di disobbedienza civile per conquistare leggi di
governo del mercato illegale e criminale delle droghe, decine di militanti
radicali, a partire da Marco Pannella, Sergio Stanzani e Rita Bernardini, hanno
subito processi penali ed hanno perso il diritto ad essere candidati alle
assemblee legislative regionali.
29. Sono, comunque, solo degli esempi per far comprendere in che contesto viviamo e lottiamo, vivono e lottano coloro che ancora oggi assicurano a questo partito di esserci. Ma questo caso, il “caso Italia”, è da manuale. Un manuale al quale non ci rassegniamo e al quale non ci pieghiamo e che credo sia utile e doveroso conoscere e far conoscere. 30. Per completare lo scenario, va detto che in Italia abbiamo un pontefice, un Vaticano e una gerarchia ecclesiastica quotidianamente impegnati nel denunciare illuminismo e laicismo quali responsabili di tutti i mali del Novecento e nella denuncia perfino del “relativismo morale” al quale si ispirerebbe l’ONU. 31. Tutto questo accade in questa Europa che è molto diversa da quella che sognava un radicale come Ernesto Rossi. Federalista e federalista europeo convinto scriveva, insieme ad Altiero Spinelli, il “Manifesto per un’Europa libera e unita”. Lo scrissero nel 1941, durante il fascismo, mentre erano confinati nell’isola di Ventotene, Ernesto Rossi era stato in galera già nove anni e da due era la confino. Siamo questo. Siamo anche questo. 32. E siamo Radio radicale. L’unica emittente politica che trasmette le voci di tutti i leader politici e di tutti i congressi di tutti i partiti. Tutti. E che consente ad esempio ai nostri compagni Montagnard di fare sentire la loro voce negli Altipiani centrali del Vietnam attraverso trasmissioni radio ad onde corte che sono l´unica fonte di informazione libera che viene oggi trasmessa nei dialetti dei Montagnard in Vietnam. 33. E siamo il “Centro d’ascolto sull’informazione radiotelevisiva”, l’unica struttura che è in grado di monitorare tutto ciò che riguarda l’informazione, la libertà di parola, il rispetto delle regole. Non è un caso che lo vogliono chiudere. E ci stanno riuscendo. Sono partite in questi giorni le lettere di licenziamento del personale. Abbiamo giorni, due-tre settimane per evitare che le violazioni non siano nemmeno più denunciabili. 34. Noi oggi continuiamo a vivere oggi siamo sempre vissuti. Siamo, ancora oggi, come Ernesto Rossi sull’isola di Ventotene, in un confino impostoci con la forza e la violenza che deriva da un uso improprio, violento ed illegale del diritto, delle leggi, delle istituzioni. E come Ernesto Rossi siamo qui, oggi, a lottare contro l’Europa delle patrie per una patria Europea. Una patria che comprenda per l’intanto Israele, la Turchia e la comunità di Cipro Nord. 35. Il Partito Nonviolento Radicale Transnazionale Transpartito continua a vivere come ha sempre vissuto. Attraverso l’autofinanziamento di lotte ed iniziative. Siamo sempre stati poveri e continuiamo ad esserlo. L’unico bene che possediamo, se così si può dire, è la sede di Roma. In realtà abbiamo un mutuo con una banca che, se ci riusciremo, finiremo di pagare tra alcuni anni. 36. Oggi ci troviamo ad affrontare l’ennesima, dura, direi insopportabile, crisi. Non è crisi di idee, mentre lo è di denaro, è lo è in ragione del fatto che siamo diventati muti: la nostra voce, innanzitutto quella di Marco Pannella ed Emma Bonino, non può raggiungere i cittadini italiani e di conseguenza non può raggiungere i cittadini e le classi dirigenti degli altri paesi. E’ come la voce di Umar che non può parlare ai ceneni; Vanida che non può parlare ai laotiani; Vo Van Ai e Penelope che non possono parlare ai vietnamiti; Enver e Rebiya che non possono parlare agli uiguri, Kok che non può parlare ai Montagnard; Wej che non può parlare ai cinesi; Turgay che non può parlare ai greco ciprioti. 37. Non possiamo comunicare le nostre idee, non possiamo metterle sul mercato della libera coscienza dei singoli che sta a loro decidere se e come agire; o dei nostri avversari politici per tentare di convincerli di vincere assieme la battaglia per la libertà la democrazia, lo stato di diritto. 38. E’ anche, ma non solo, il nostro non essere ascoltati laddove siamo nati e alcuni non possono nemmeno viverci, che ci fa comprendere l’importanza e la necessità delle nostre lotte, della nonviolenza, della libertà. 39. Come non ricordare a questo proposito, che l’unico segmento di giurisdizione internazionale esistente, il Tribunale Penale Internazionale, è frutto anch’esso di anni di lotte radicali di Emma Bonino e dell’associazione Non c’è Pace senza Giustizia, soggetto costitutivo del Partito radicale nonviolento. Organizzazione che ha preparato, nel 1998, quello che sarebbe diventato l’atto d’accusa nei confronti di Milosevic per le sue responsabilità politiche dei crimini commessi in Kosovo. E che da anni è impegnata politicamente nella lotta contro le Mutilazioni genitali femminili. 40. Arriviamo a questo nostro appuntamento, a questo Consiglio generale, in una situazione difficilissima, ma con una prospettiva di lotta davvero importante, Il Primo Satyagraha mondiale di Pace, Giustizia e Libertà, in coincidenza non casuale con le Olimpiadi di Pechino. Che è l’oggetto prioritario di questo nostro Consiglio Generale, che sarà oggetto del prossimo anno di lotta e di iniziativa radicale. 41. E’ di fronte a una prospettiva di lotta così alta che risuonano ancora le parole di Altiero Spinelli pronunciate, poche settimane prima di morire, al 31° Congresso di Firenze del novembre 1985 : “Sappiate assumere questa azione portando in essa il vostro fervore ad anche il vostro grano di follia”. 42. Fervore e grano di follia che ritroviamo in alcune affermazioni di Marco Pannella che, parlando di se ma che ritengo possa e debba valere per ciascuno e ciascuna di noi, diceva: Noi siamo diventati radicali perché ritenevamo di avere delle
insuperabili solitudini e diversità rispetto alla gente, e quindi una sete
alternativa profonda, più dura, più "radicale" di altri... Noi non
“facciamo i politici”, i deputati, i leader …lottiamo, per quel che dobbiamo e
per quel che crediamo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non
troppo tardi, si dovrà comprendere. 43. Nel frattempo noi continuiamo a lottare e la prima lotta, per l’immediato e per garantire la tenuta e il successo di tutte le altre, a cominciare dal Primo Satyagraha Mondiale, è l’iscrizione innanzitutto di ciascuno e di ciascuna di noi e subito dopo di coloro che possono, nelle nostre parole, riconoscere che è qui, nel PRN, che nasce e cresce la lotta per la conquista di quell’insopprimibile desiderio di libertà che, attraverso gli individui, attraversa le frontiere, i partiti, gli Stati nazionali. [1] Dalla mozione del 34º Congresso del
Partito radicale – Bologna, 2/6 gennaio 1988. [2] 33º Congresso (straordinario) del Partito radicale - Roma, 7/9 marzo 1980. [3] IT: http://servizi.radicalparty.org/documents/index.php?func=detail&par=43; [4] 20º Congresso del Partito radicale - Bari, 1/5 novembre 1978. [5] 37° Congresso [6] XXVIII Congresso (straordinario) -
Roma, 13/15 maggio 1983 |
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