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15/02/1986 | Sterminio per fame: I capi di Stato africani per il diritto alla vita e alla libertà |
SOMMARIO: I capi di Stato africani per il diritto alla vita e alla libertà. Con il Manifesto sottoscritto il 15 febbraio 1986 da 11 capi di Stato africani, si chiede che alle Nazioni Unite siano assegnati poteri e forze per assicurare l'attuazione di accordi mondiali ed interregionali di sicurezza agricola ed alimentare. --- NOI che siamo stati investiti dalle massime autorità di Stato dei nostri paesi i quali, ugualmente e insieme, pur nelle diversità delle loro storie, assistono alle conseguenze atroci del dominante disordine internazionale, che è disordine giuridico, disordine politico, disordine istituzionale, disordine economico, disordine morale. NOI che dobbiamo constatare come disarmati il convertirsi in immane sterminio per miseria e per fame della forza altrimenti meravigliosa di scienza e di coscienza umana, capaci oggi di imprese inimmaginate nell'universo e di rivoluzioni umanistiche e tecnologiche, con la conquista di nozioni in pochi decenni più numerose ed importanti di quelle accumulate in tutta la storia umana. NOI ad oltre quattro anni da quel Manifesto-appello ad oggi controfirmato da 95 Premi Nobel, che sempre più contribuisce ad animare e sempre più deve contribuire a realizzare obiettivi, speranze, lotte, politiche di vita, di pace e di solidarietà, di interdipendenza nel mondo. Ad oltre quattro anni da quella solenne risoluzione del Parlamento europeo voluta ad immensa maggioranza dei rappresentanti di centinaia di milioni di cittadini europei, che indicava al mondo - e non solamente all'Europa - metodi, obiettivi e strumenti adeguati per assicurare nell'oggi la via dello sviluppo per la loro terra ed i loro Stati, attraverso la sopravvivenza di decine di milioni di donne e di uomini, altrimenti sul punto di essere sterminati per miseria e per fame. Ad oltre due anni dalla storica risoluzione comune dei deputati europei e dei rappresentanti dei 65 paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico riuniti nell'assemblea paritetica ACP-CEE, che chiedeva che la Convenzione di Lomè III fosse diretta in primo luogo ad assicurare il diritto alla vita nonché parimenti e contestualmente i diritti umani, economici, sociali e culturali. NOI determinati ad operare ritenendo che occorra immediatamente concepire ed esigere realizzazioni conseguenti ed adeguate anche attraverso il conferimento di forza coerente alla legge morale ed a quella di diritto positivo, ormai riconosciuta e richiamata dalle massime istituzioni internazionali, politiche, religiose e da tutti i popoli liberi e responsabili: leggi di diritto alla vita e di diritti umani e civili, di diritti politici, di diritto alla salute, di diritto allo sviluppo affermati da carte e trattati e dichiarazioni e patti, tutti disattesi. NOI ricordando che il pericolo dell'olocausto nucleare non potrà essere scongiurato ignorando l'atroce realtà dell'olocausto per miseria, affamamento, sfruttamento attualmente in pieno corso, che la realtà della guerra è da decenni quotidiana e tragica nel sud del mondo e non già solo incombente come nel nord troppi sembrano ritenere quando si mobilitano "contro il pericolo'' - e non già la tremenda realtà in atto - della guerra e dell'olocausto. NOI nella responsabilità piena delle nostre funzioni, impetrando luce dal dio di diverso nome che abita e guida le nostre coscienze, anima le nostre diverse fedi e convinzioni, e quelle di tutti i nostri popoli. In ragione e in forza di queste premesse NOI Affermiamo la nostra convinzione e la nostra determinazione ad operare, ed esigere che si operi, da subito, perché il maggior numero dei paesi del nord e del sud, ricchi e poveri, opulenti e in miseria, il maggior numero di organizzazioni e di individui si associno in modo formale e vincolante: nell'associare indissolubilmente in modo contestuale diritto alla vita e diritto alla libertà, diritto alla pace e diritto alla giustizia, diritto all'uguaglianza nell'interdipendenza, respingendo definitivamente la falsa alternativa, per sé e per chiunque altro, fra diritti alla difesa e alla sicurezza dei popoli e diritti umani e civili delle persone, fra necessità dello sviluppo ed esigenze di diritto e di libertà. Nel darsi immediatamente leggi e decisioni che siano ovunque priorità assoluta alla sopravvivenza di coloro che sono sul punto di morire per fame e per miseria, attraverso la riconquista alla vita, al lavoro, alla produzione della loro terra, facendo fiorire quel che oggi è e dilaga come deserto, fermando ed invertendo di rotta l'esodo disperato e tragico con cui si trasferisce ed estende la morte e non già la vita, la miseria e non il benessere, il disordine e non l'ordine, attraverso un grande progetto - e poi un sistema di progetti - di intervento integrato straordinario atto a quel fine. Per conferire forza coerente all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'attuazione dei diritti e delle risoluzioni relative alla pace ed alla sicurezza internazionale in connessione con il diritto alla vita ed allo sviluppo delle popolazioni vittime dello sterminio per fame e per miseria, diritto soggettivo che deve essere considerato assolutamente prioritario e prevalente. Perché tutti i governi ottemperino entro il 1986 alla risoluzione del 24 ottobre 1970 n. 2626, assegnando lo 0,70% del proprio PNL in aiuto alla vita e allo sviluppo, e prevedano stanziamenti aggiuntivi e straordinari per i primi grandi progetti di intervento straordinario integrato atto ad assicurare la sopravvivenza e lo sviluppo delle decine di milioni di persone sul punto di essere sterminate per fame e miseria. Perché alle Nazioni Unite siano assegnati poteri e forze per assicurare l'attuazione di patti mondiali ed interregionali di sicurezza agricola ed alimentare e di sviluppo capaci di incidere e controllare i meccanismi perversi del protezionismo, del mostruoso debito mondiale che non di rado ormai minaccia direttamente le stesse economie dei paesi creditori e tende ad ipotecarne la politica generale a vantaggio di sistemi privati di interessi interni ed internazionali non di rado fondati su selvagge rendite di posizione, iniqui profitti, su concentrazioni monopolistiche e oligopolistiche di produzione e di commercializzazione. NOI SOTTOSCRITTI, per quanto concerne e comporta le specifiche responsabilità delle quali siamo attualmente investiti, ci impegniamo ad operare perché immediatamente nei nostri Stati, in sede di assemblea generale delle Nazioni Unite e negli organi e istituzioni del sistema ONU e in ogni altra sede istituzionale e politica, gli obiettivi anzidetti siano perseguiti attraverso le opportune coerenti e necessarie deliberazioni e indirizzi e direttive, in tale direzione, ivi comprese quelle dirette alla Corte internazionale di giustizia per quanto concerne le responsabilità di mancato rispetto e mancata attuazione degli impegni pregressi e di quelli che dovessero confermarsi e sopravvenire. Elenco dei firmatari M. Abdou Diouf Presidente della Repubblica del Sénégal M. Felix Houphouet-Boigny Presidente della Repubblica della Costa d'Avorio M. Robert Mugabe Primo Ministro della Repubblica dello Zimbabwe Sir Dawda K. Jawara Presidente della Repubblica del Zambia Generale Seyni Kountche Presidente del Supremo Consiglio Militare Capo dello Stato del Niger Capitano Thomas Sankara Presidente del Consiglio Nazionale della Rivoluzione Presidente del Burkina Faso Capo del Governo Dr. Kenneth Kaunda Presidente della Repubblica dello Zambia Presidente dell'Organizzazione dell'Unità Africana Generale Moussa Traore Presidente della Repubblica del Mali M. El Hadj Omar Bongo Presidente della Repubblica del Gabon M. Lansana Conte Presidente della Repubblica di Guinea Generale Gnassingbe Eyadema Presidente della Repubblica del Togo Dr. Quett K.J. Masire Presidente della Repubblica del Botswana M. Aristides Pereira Presidente della Repubblica di Capo Verde M. Swar Eldahab Abdel-Rahman Presidente del Consiglio Militare di Transizione Presidente della Repubblica del Sudan Capitano Jerry J. Rawlings Presidente della Repubblica del Ghana M. Hissein Habre Presidente della Repubblica del Ciad M. André Kolingba Presidente della Repubblica Centroafricana M. Paul Biya Presidente della Repubblica del Camerun Roma, 15 febbraio 1986 |